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sabato 8 marzo 2014

Kill la kill - Impressioni a tiepido

Ho un profondo rigetto per anime e manga mainstream. Non è né per pregiudizio né per fare la hipster; di solito è semplicemente una cosa automatica: tutti parlano bene di quell'anime, lo guardo, non mi piace. E' successo così con Naruto e anche con One Piece (scusate, ma i disegni di Oda non riesco proprio a mandarli giù!).
Ryuuko (s)vestita da Senketsu.
E la prima impressione che mi ha fatto Kill la kill non è un'eccezione: dopo i primi 3 episodi avevo una gran voglia di flippare il Macinstosh giù per le scale. Per tutta la durata di questi episodi sono rimasta a farmi una domanda fondamentale: ma questa cosa ce l'ha una trama o sono solo tizie che combattono con le natiche al vento? Per non parlare dei disegni, decisamente grossolani. Ma chi non l'ha visto non può sapere di cosa sto parlando; dunque, procediamo con ordine.

Il liceo Honnouji è una vera e propria città con il suo sistema governativo. A seconda del tuo livello all'interno della scuola, avrai un migliore o peggiore tenore di vita. Se sei particolarmente forte, indosserai un'Ultradivisa, ovvero un abito composto in parte da fibre speciali (Biofibre) in grado di darti molti poteri, la cui potenza può variare da una a tre stelle. A capo di tutto questo c'è la prepotente Satsuki Kiryuin, che ci viene presentata come la classica snob di turno abituata a guardare tutti dall'alto in basso.
In questo paradossale liceo arriva una nuova studentessa: Ryuuko Matoi. Possiede la metà di una spada a forma di forbice, che sarà (dice lei) la chiave per trovare l'assassino di suo padre, poiché il suddetto assassino ne possiede l'altra metà. Questa simpaticona con i capelli bicolor, convinta che Satsuki sia l'artefice dell'omicidio o che comunque ne sappia qualcosa, la sfida apertamente. In tutto questo trambusto, e stiamo parlando solo dei primi episodi, Matoi viene in possesso di una divisa in grado di comunicare con lei e ragionare autonomamente: un kamui (o abito sacro, se preferite), composto al 100 % di Biofibre e quindi particolarmente potente. Ed essendo in grado di pensare, perché non dargli un nome? Matoi dà alla sua divisa il nome di Senketsu, ovvero sangue fresco. Ma, ovviamente, Satsuki non se ne poteva stare con le mani in mano a vedere all'opera la nostra teppista pluritinta: e infatti, anche lei indosserà un candido kamui dal nome Junketsu (purezza).
Satsuki e il... supporto di Junketsu.
Fin qui la trama potrebbe sembrare non avere alcun senso logico: e di fatto, non ne ha. Kill la kill si presenta come un anime demenziale, composto di combattimenti fra una tizia mezza nuda (quando Senketsu si risveglia lascia tutte le grazie di Ryuuko al vento, e così l'altro abito sacro) e avversari di volta in volta più buffi e assurdi. La battaglia si apre quando Satsuki scaglia contro la sua avversaria i vari capi dei club scolastici, dando vita a combattimenti più che esilaranti in cui, a causa delle animazioni, non si capisce un ricco accidenti. Il fanservice è talmente presente ed evidente che mi ha fatto rizzare i capelli dallo sgomento (e non è che ne abbia pochi, anzi...).

Beh, detta così potrebbe sembrare una recensione strana e frettolosa. Ebbene, Kill la kill è proprio così: strano e frettoloso. Le cose semplicemente ACCADONO, senza una spiegazione o un filo logico. Almeno finché non si va avanti con gli episodi...
Difatti, dagli episodi intorno al 6 in poi ci viene fornita qualche spiegazione in più, e più avanti scopriremo anche perché Senketsu è stato creato e da chi.
Eh sì, proprio non mi piace droppare gli anime. Imperterrita, sono andata avanti con questa non-storia: del resto, se la gente ne è entusiasta un motivo ci sarà. E ho fatto bene, visto che l'anime riserva dei colpi di scena davvero degni di nota. Rimarrò nel vago per non fare spoiler a chi lo vuole vedere, ma va fatta una menzione d'onore a questo fatto: l'anime si imposta su una linea per un certo numero di episodi, e ti farà intendere che i fatti si evolveranno in un certo modo. Passati questi episodi, viene inserito un fattore che sconvolge completamente non solo l'andamento della storia, ma
anche te, povero scemo che lo stai guardando, che passi il tempo della sigla finale a raccattarti mascella caduta sulla tastiera del pc. Già tre sono stati gli episodi che mi hanno scioccata completamente: quello in cui appare la Grand Couturier (Gran Sarta per i non francofoni) Nui Harime e gli episodi 17 e 18, ultimi attualmente visionati, che riservano alcuni dei colpi di scena più succosi e sconvolgenti che io abbia mai visto in un anime.

Harime Nui... kawaii! (Ah sì, quello è sangue).
L'opera oscilla fra episodi ricchi di battaglie all'ultimo sangue e altri di pura e semplice demenzialità, come quelli della Gita di Invasione, per poi tornare più seria con i già menzionati colpi di scena e, di nuovo, sconfinare in dialoghi e situazioni ai limiti del paradossale.
Oltre a questo, gli strani personaggi (sia principali che secondari) sono tutti molto ben caratterizzati e molto coerenti con se stessi. Anzi, potrei dire che, Ryuuko e Satsuki a parte, li ho apprezzati tutti moltissimo nonostante siano estremamente diversi l'uno dall'altro.

Vale la pena di seguirlo? Sembrerebbe proprio di sì. In ogni caso, non mi sbilancerò a dare un giudizio definitivo fino a che non avrò visto tutto l'anime (e temo che ci vorrà un po', visto che è attualmente in corso nella terra del Sol Levante). Dunque: le mie impressioni a caldo sono state terribili, quelle a freddo non posso darle prima di aver completato la visione. A "tiepido" le mie idee sull'anime sono queste. E spero vivamente che la mia opinione, stavolta, non cambi di una virgola.

-Xenya-

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