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sabato 26 aprile 2014

Berserk, recensione su uno dei più famosi manga mai creati.

Come si desume dal titolo, oggi recensirò quello che credo essere il mio manga preferito, ovvero Berserk.

Note:

E' un manga scritto e illustrato dall'autore Kentaro Miura, autore anche di "re Lupo" e "Japan" oltre che di altre opere più piccole.
Esce in Italia nel formato standard nel 1996 ed è tuttora inconcluso, seppure continui ad uscire al ritmo di circa 2 volumi l'anno.
Oltre i volumi base, vengono stampati anche altri 3 formati:
Maximum Berserk, che raccoglie 4 volumi base  in volumi larghi e alti circa il doppio, ideale per chi vuole apprezzare nel dettaglio il disegno.
Berserk collection, che raccoglie 2 volumi e si legge all'occidentale (attualmente i primi 20 di questo formato non sono più in stampa).
Berserk collection serie nera, identica al collection ma leggermente più scura nelle ombreggiature e retini.


Ambientazione e storia:

Gatsu, ancora ragazzo...
Miura fa svolgere le sue vicende in un mondo occidentale rinascimentale flagellato da guerre, intrighi e abusi, dove i tradimenti, gli omicidi e ogni forma di violenza sono all'ordine del giorno.
Gatsu, ovvero il nostro protagonista, è un bambino che viene trovato appena nato da una squadra di mercenari che provvede ad adottarlo e ad insegnargli un mestiere, ovvero quello del guerriero mercenario. Per una serie di vicissitudini dopo alcuni anni è costretto a scappare e a girovagare come mercenario solitario, finchè non si trova costretto ad arruolarsi in un'altra compagnia di mercenari, comandata dall'inquietante e geniale Grifis, un giovane ragazzo che ha il sogno di conquistare un regno suo ed è disposto ad ogni cosa per raggiungere il suo sogno.
Tra uno scontro e l'altro, le vicende dei protagonisti si tingono di una linea sempre più misteriosa, con
Grifis da giovanissimo che salva una bambina speciale
la comparsa di segni, oggetti e creature evidentemente di un altro mondo, fino al punto di far giungere Grifis, ormai distrutto nel fisico e nell'animo, a dover compiere una scelta di fronte alla "Mano di Dio", 4 creature superiori con poteri oltre l'immaginazione e dagli obiettivi imperscrutabili: sacrificare tutti i propri compagni, Gatsu compreso, per ricevere dei poteri ultraterreni e riuscire finalmente a conquistare il proprio regno, oppure restare ormai spezzato a languire morente.
Non sto a raccontarvi altro, anche perchè sennò ci vorrebbe una vita, ma vi invito a procurarvelo e leggervelo.


Appunto negativo:

Io amo questo manga, ma con il tempo lo stile di narrazione è cambiato e peggiorato molto; mentre all'inizio c'era questa fortissima aura di mistero e di paura, da alcuni anni la storia è sempre più fantasy, divetando talvolta qusi buffa e semicomica, snaturando sia i personaggi che l'ambientazione.
Altra nota negativa è il fatto che ancora non se ne veda una fine, e per un fumetto così lento ad uscire è frustrante trovarsi in mano dei numeri in cui la storia non va avanti nemmeno di un centimetro.

La Mano di Dio


Giudizio finale:


Come votazione per me è un manga che parte con un 9 (non gli dò 10 solamente perchè nei primi numeri i disegni sono brutti e spesso con errori anatomici) e per ora è sceso a un livello di 7 e mezzo (gli regalo mezzo punto perchè da ormai diversi numeri il disegno è diventato davvero bello e ricco di particolari curatissimi).

Buona lettura,

-Imrik-


giovedì 24 aprile 2014

I nostri anni d'oro. Oppure no?

Buonasera a tutti!

L'immagine più conosciuta di Golden Time.
Oggi, senza tanti preamboli, vado a parlarvi di un anime della stagione autunnale conclusosi più o meno di recente e composto da 24 episodi: Golden Time, uno slice of life a sfondo sentimentale.

Tada Banri ha perso la memoria a causa di un incidente: è caduto da un ponte, perdendo tutti i ricordi fino al suo diploma. Non si ricorda chi sia, né i suoi ex compagni di classe. Questo, però, non gli impedisce di immatricolarsi in una prestigiosa università a Tokyo, che sarà il suo trampolino di lancio per crearsi una nuova vita da zero.
Il suo primo giorno di università, si perde nel tentativo di cercare l'ufficio orientamento matricole: conoscerà così uno dei co-protagonisti, un'altra matricola di nome Yanagisawa Mitsuo. Pochi secondi dopo, apparirà l'altra protagonista della storia, la bellissima e viziatissima Kaga Kouko, che per mostrarsi campionessa di classe ed eleganza come dimostrano i suoi abiti griffati schiaffeggia Mitsuo con un mazzo di rose rosse. Il motivo non tarda ad essere spiegato: Kouko e Mitsuo, da piccoli, avevano promesso di sposarsi e lei si è iscritta all'università con il solo scopo di seguirlo (no, non è stalking. Vai tranquilla).
La bella principessina, però, si accorgerà ben presto di essersi innamorata di Banri, e si entrerà così nel fulcro della storia: la loro storia d'amore. Ma come la mettiamo con l'amnesia di Banri?

Kouko e una delle sue tante stramberie.

La trama era partita in modo davvero interessante, scostandosi un po' da quella degli shoujo classici; inoltre sembrava una commedia romantica molto simpatica. E ho trovato molto carino anche l'elemento del fantasma del passato di Banri, sempre vicino a lui (ma invisibile) nel tentativo di fargli ricordare chi era prima dell'incidente e quali fossero i suoi sentimenti. Tuttavia, ben presto la storia sconfina nella banalità: i soliti buoni
sentimenti zuccherosi e i soliti intrecci amorosi, conditi da lacrime inutili, tristezza e malinconia. Qualche colpo di scena c'è, ma non è niente di eccezionale, se escludiamo un risvolto abbastanza interessante verso il finale (quest'ultimo in sé, però, l'ho trovato scontato e banale). Per quanto riguarda il comparto tecnico, la grafica è buona, mentre la colonna sonora non mi ha fatto impazzire.
La protagonista è una frignona psicopatica, ipergelosa e insopportabile: mi ricorda la me del passato... solo che io all'epoca avevo quindici anni, non ero matricola in un'università privata superchic.

Nana-senpai!
Non voglio assolutamente dire che questo anime sia pessimo, raggiunge comunque la sufficienza e presenta alcune caratteristiche interessanti: oltre al già citato Banri fantasma, c'è Nana come co-protagonista. Sì, sto parlando proprio di una sosia di Nana Osaki, che appunto si fa chiamare Nana in Golden Time (ovviamente non è il suo vero nome): probabilmente si tratta di un simpatico omaggio al celebre personaggio di Ai Yazawa e, purché il suo ruolo sia piuttosto secondario nella storia, non può non riscuotere un certo successo.
Il mio voto finale è dunque un 6 e mezzo, il che lo esclude dagli anime consigliati; ma, ripeto: ho visto ben di peggio!


-Xenya-

lunedì 21 aprile 2014

Che la dea sia sempre con voi! - Una recensione lunghissima


[ATTENZIONE! QUESTA RECENSIONE CONTIENE SPOILER PESANTISSIMI! NERD AVVISATO...]

Buonasera a tutti!
Come regalo per i miei voti all'università, mi sono fatta comprare un videogioco per il Nintendo DS: Dragon Quest V- La sposa del destino. Poiché la console di riferimento è abbastanza vecchia (sto parlando del primo modello di DS uscito) e il gioco era usato e abbandonato in uno scaffale del Gamestop, il prezzo era davvero ottimo: 9.98 €. La banconota meglio spesa della mia vita!

Veniamo alla recensione vera e propria. Dragon Quest è un JRPG, ovvero un gioco di ruolo giapponese. Il character design, facilmente riconoscibile, è curato da Akira Toriyama in persona, ovvero il creatore di Dragonball: non può quindi che costituire un punto a favore del videogame. La colonna sonora invece, è gradevole ma alla lunga ripetitiva. Niente di insopportabile, comunque! Sul comparto tecnico non ho nient'altro da dire, per me è promosso: naturalmente non sono un'esperta, e parlo da videogiocatrice più che da tecnica.
Andiamo avanti con la storia...

Storia, ovvero come piangere lacrime amare
Nel gioco, o almeno nelle sue battute iniziali, impersonerete un bambino che è partito col padre per un lungo viaggio. Il motivo di questo viaggio vi sarà sconosciuto fino a un certo punto dell'avventura, comunque non lontano dall'inizio. In questa fase affronterete alcune quest semplici e potrete studiare le strategie più efficaci per battere i vari mostriciattoli che comincerete ad incontrare; inoltre incontrerete anche i primi due personaggi che si uniranno al team per combattere insieme a voi.
Vostro padre...
Adesso avrete preso confidenza coi comandi e l'avventura può continuare. La storia, a questo punto, si fa drammatica e commovente [MEGASPOILER: NON LEGGETE SE VOLETE GODERVI LA SORPRESA]: mentre cercate di scappare da un dungeon insieme a un principe che era stato rapito, vi si parerà contro un boss che non riuscirete a sconfiggere... e vostro padre farà una brutta, bruttissima fine. Poco prima di venir fatto esplodere (lo sviluppatore era un maledetto sadico, è evidente), il genitore vi rivelerà il motivo del viaggio, cioè che vostra madre è ancora viva ed è stata rapita a causa dei suoi particolari poteri: vi affiderà quindi il compito di ritrovarla, e di trovare, già che ci siete, l'Eroe Leggendario che può sconfiggere le tenebre. A sei anni. In un mondo vastissimo. Una roba da niente, insomma. Sarete dunque rapiti dal sopracitato boss insieme al principe che scarrozzavate con voi, mentre il cucciolino di Koguar facente parte del vostro team verrà abbandonato al suo triste destino (non mi sono data pace finché non l'ho ritrovato) e lavorerete per 10 lunghi anni come schiavi...

Giovani adulti, riuscirete a fuggire dalla prigione per cercare vostra madre. Affronterete vari pericoli, boss vari ed eventuali, combattimenti sempre più duri, eccetera eccetera, finché... finché non vi sposerete. Chicca di Dragon Quest, nonché fatto che dà il titolo al gioco, è poter scegliere la propria moglie fra tre splendide fanciulle: ai fini della storia non cambia niente, differiscono solo per le statistiche e per il colore dei capelli che avranno i vostri figli. Eh sì, perché mentre ve ne andate a zonzo per portare a termine il vostro delicato compito, si scoprirà che la vostra consorte è incinta. E quando vi porrete il dubbio se sarà un maschio o una femmina, vostra moglie, per fugare ogni dubbio, metterà al mondo ben due gemelli: un maschio e una femmina, appunto. Dopo aver scelto i nomi, vostra moglie verrà subito rapita: nel tentativo di salvarla, verrete pietrificati entrambi e venduti come statue. Insomma, la storia si fa sempre più allegra... non temete, comunque: dopo qualcosa come 8 anni verrete salvati proprio dai vostri figli e potrete riprendere il comando del personaggio! [FINE DEGLI SPOILER, POTETE STARE TRANQUILLI ORA] Lascio a voi il piacere di scoprire il resto della storia (anche se, se avete letto fin qui, ci sarà poco da scoprire...)
In ogni caso, mi ha colpito molto il fatto che tutti i singoli avvenimenti siano strettamente collegati fra loro: hanno un filo logico ben preciso, anche se difficilmente riuscirete a collegare tutto all'inizio.

Esempio di combattimento.
Perché è un ottimo gioco
  • Il punto di forza del videogame, oltre al già menzionato design e alla grafica intesa in senso più ampio, è la strategia. Il fulcro del gioco sono i combattimenti, che sono ottimamente strutturati: ci sono un sacco di cose da tenere in considerazione, dal tipo di equipaggiamento ai Punti Vita dei singoli membri. Inoltre, gli oggetti e gli incantesimi da utilizzare in battaglia sono tantissimi e ci metterete molto prima di conoscerli tutti e saperli sfruttare al meglio.
  • La possibilità di reclutare i mostri che incontrate, dopo averli battuti, è un fattore molto interessante. Alcuni si faranno reclutare volentieri, altri un po' meno, per altri questa possibilità è esclusa. Alcuni hanno magie di supporto molto interessanti, e anche statistiche molto più alte dei membri umani del team.
  • Le side quest, ovvero le missioni secondarie, e le varie "distrazioni" dall'avventura principale sono davvero una chicca. La collezione di souvenir per il museo, le minimedaglie scambiabili con Re Minikin, il boss segreto e il casinò di Fortuna con i suoi vari giochi sono tutti elementi molto ben studiati che garantiscono al gioco una buona longevità, insieme alla buona ampiezza della mappa. E sono davvero divertenti!
  • La storia è così strappalacrime che, anche se al contrario di me siete dei fan dei lietofine, non potrete rimanerne indifferenti. E' davvero bellissima.
  • La potenza dei boss è ben calibrata: alcuni vi faranno tribolare parecchio, altri meno, ma non sono mai né eccessivamente frustranti né troppo facili da battere.

Quindi, Dragon Quest è esente da difetti?
Assolutamente no, ci sono alcuni elementi che mi hanno fatto storcere un po' il naso.
  • Potrà sembrare banale, ma le traduzioni non sono splendide. I dialetti (e sono parecchi!) con cui sono stati tradotti i dialoghi a volte sono disturbanti, e anche alcuni nomi di città e mostri lasciano molto a desiderare. Personalmente, mi rifiuto di credere che il mio papà virtuale venga fatto schioppare da un tale Pope Skriterioska che parla mezzo in russo...
  • Il sistema di salvataggio è opinabile. Se per i salvataggi standard è necessario andare in chiesa a confessarvi, cosa comunque simpatica, al salvataggio rapido (fruibile fuori dai villaggi, in teoria molto utile se si deve affrontare una porzione di mappa piuttosto lunga) non è stata riservata sufficiente cura. Infatti, non solo questo ti obbliga a spegnere e riaccendere la console, ma non è neanche sempre sfruttabile: in alcune parti dei dungeon non è consentito. Questo significa che, in caso di imprevisto, potreste dover ripercorrere parecchia strada.
  • E' vero, i mostri sono simpatici, ma ho idea che gli sviluppatori non abbiano avuto molta fantasia (oltre al fatto che hanno nomi oltremodo ridicoli): in molti casi i design dei mostri sono perfettamente identici, cambia solo il colore!
  • Poiché la saga di Dragon Quest esordì per la prima volta per la PlayStation, questo non è un gioco sviluppato per il DS, ma un remake. E si vede: il touch screen non è usato per niente. Fa eccezione un unico minigioco, per il resto si può usare solo la pulsantiera. Peccato.
Il mio voto finale, comunque, è un buon 8 e mezzo. E' un bel gioco e fa il suo dovere, cioè intrattenere e spingere il giocatore ad andare avanti con la storia, il quale mosso dalla curiosità si chiede in continuazione "e adesso?!".

"Che la dea non ti abbandoni mai!
Ora puoi spegnere la console."

-Xenya-


venerdì 18 aprile 2014

Recensione: "Le leggende di Andor"


Salve, come si intuisce facilmente stasera andrò a recensire il gioco da tavolo "Le leggende di Andor".

Questo gioco sulle prime mi aveva colpito per vari motivi: la grafica ottima, belle le miniature e bella la plancia, inoltre una smodata quantità di segnalini e carte.
Altro motivo il tema fantasy classico: gruppo di eroi fantasy che salva il regno da un'invasione di mostri.
Purtroppo mi ha poi deluso sotto l'aspetto prettamente ludico.

Andiamo però passo passo ad analizzare la meccanica:

E' un collaborativo, dove ogni giocatore impersona un eroe: il mago, l'arcere, il nano o il guerriero umano. Questi personaggi sono in realtà molto simili, in quanto cambia solo il modo di tirare i dadi, ma alla fin fine non hanno abilità caratteristiche carine, né tantomeno particolarmente strategiche.
Con un algoritmo dettato dal gioco stesso, i nemici si avvicinano alla cittadina fortificata che i nostri eroi dovranno difendere, ma alla fine di strategico non c'è molto. E' a tutti gli effetti un "puzzle game", ovvero un gioco dove l'unica difficoltà è trovare la giusta sequenza di movimenti da fare.
Le prime missioni hanno un margine di errore maggiore, quindi si può andare avanti facilmente (anche troppo facilmente) senza fare grandi calcoli; andando avanti invece basta che nel gruppo ci sia una persona con un minimo di capacità di calcolo per sapere dove andranno i mostri e quali sono gli spostamenti che il gruppo di eroi dovrà fare per contrastarli in maniera ottimale.

Sinceramente speravo in un nuovo Heroquest, ma le mie aspettative si sono infrante sull'eccessiva banalità e facilità del gioco stesso.

Nonostante il mio parere mediamente negativo, lo trovo adatto a un pubblico molto giovane, circa sui dieci-dodici anni, magari per farlo avvicinare al mondo fantasy, per vari moivi:
1) è semplice da giocare e assolutamente non frustrante, come talvolta dei giochi troppo difficili, inadatti a un pubblico non gamer;
2) il gioco si narra da solo e potenzialmente un bambino può giocarlo anche senza amici, interpretando più elementi della compagnia;
3) esteticamente è bello ed eroico, butta i giocatori direttamente nella narrazione, quasi raccontando loro una storia che devono mandare avanti.

PS: se pensate che dieci anni siano pochi, io a quell'età giocavo a giochi assai più corposi =^^=

Buongioco,

-Imrik-

martedì 15 aprile 2014

Fumetto, ma quanto mi costi?


Salve, oggi stavo scartabellando al pc, quando ho notato un po' di valutazioni di fumetti e ne son rimasto un po' perplesso:

Berserk originale completo: 370 €, e fin qua lo sapevo.
N° 1 Topolino formato tascabile: 1.500 € (quello che tutti conosciamo, all'inizio Topolino usciva su un formato simile a un quadernone con molte meno pagine, una decina al massimo). Anche questo prezzo non mi stupisce.
Raccolta originale Tex completa autografata: più di 200.000 €

Allora, okay che la Bonelli Editore sforna capolavori, che Tex nasce nel 1948 ed è rimasto fedele a se stesso, senza cambiare ambientazione né stravolgere personaggi per più di settant' anni, d'accordo che è autografato, però cavolo, è un bel prezzo....
Nel mare del collezionismo, se girate un poco, potrete ritrovare ogni sorta di prezzi, ma attenzione! Se trovate una serie che desiderate a un prezzo particolarmente basso, controllate non solo lo stato di conservazione, ma anche le ristampe! E' scontato che una collezione con dei numeri che non sono la prima uscita ma una ristampa costi molto meno, quindi chiedete sempre e occhio a quando comprate su internet, ché le truffe sono dietro l'angolo.

Mi vien da chiedere: quanto sareste disposti a spendere per una serie?

Io sinceramente non sono un collezionista, pertanto sono felice dei miei Berserk e dei miei Ratman, però troverei difficile iniziare da ora una serie con prezzi così elevati.
Posso comprendere il valore collezionistico e il fatto che siano tanti numeri, però la spesa molto spesso è altissima se non addirittura insostenibile.

Per concludere mi vien da dire: "Evviva le ristampe!".

-Imrik-

sabato 12 aprile 2014

Ezio vs Garrett, chi vincerà?


Oggi vi scrivo di un mio eroe dell' adolescenza da gamer: Garrett, il fantastico ladro pubblicato dalla Eidos Interactive nel 1998, con la serie di videogiochi "Thief".

La serie era composta da tre videogiochi, ambientati in un mondo tra l'alto medioevo e l'età vittoriana macchiata di diverse tonalità steampunk e noir.

Thief the dark project; l'ombra del ladro  1998
Thief the dark project 2; the metal age   2000
Thief deadly shadows    2004

C'era anche un'espansione, detta Thief Gold, che aggiungeva alcune mappe e curava alcuni bug presenti nel gioco.

Nel 2014 il mio vecchio compagno di avventure Garrett è ricomparso, nel videogioco chiamato semplicemente "Thief".

La storia è abbastanza classica, ovvero il protagonista che di per se è un disonesto ma con un codice morale, si trova coinvolto causa furti di robe sbagliate, in un'avventura più grande di lui.
Muovendosi furtivi tra palazzi, sotterranei e case di ogni sorta, rubando tutto ciò che si può, ci si trova a esplorare un mondo cupo, ricco di invenzioni strane e figure misteriose, attrezzati di ogni sorta di oggetto, da pozioni alchemiche a manganelli fino ad avere frecce di ogni tipo.

2 note sul protagonista:

Garrett: il protagonista. Un cinico e fortemente disciplinato maestro ladro, il cui unico desiderio è quello di poter portare avanti tranquillamente la propria attività ma che è coinvolto senza volerlo in una serie di epici eventi. Garrett è un orfano che non ha mai conosciuto i propri genitori e ha vissuto a lungo sulla strada da solo, reclutato e addestrato dai Guardiani, si è poi ribellato contro i loro modi e ha abbandonato l'organizzazione quand'era ancora un accolito e appena prima di diventarne un iniziato. Ora usa le sue abilità naturali, affinate dall'addestramento dei Guardiani, per rubare ai ricchi e donare a sé stesso. Garrett può sembrare freddo e spietato, ma ha anche una sua etica professionale e uccide solamente se necessario. Nel corso delle sue avventure in Thief: The Dark Project, un suo avversario gli ha estratto l'occhio destro che è stato sostituito da un occhio meccanico impiantato da Padre Karras, capo di una banda di tecnocrati steampunk. Questo nuovo occhio sviluppa ulteriori abilità, come la visione crepuscolare o l'ingrandimento, che danno al gioco un'ulteriore spinta al muoversi silenziosamente e all'agire nell'ombra, aumentando l'adrenalina e la tensione che si crea.

Le cose che più mi hanno colpito: 

A differenza di altri videogiochi come per esempio la serie di Assassin's Creed, alla quale trìbuto di essere un ottimo gioco di parcour, Thief  è davvero un gioco stealth, dove è impensabile buttarsi a troncamacchia tra le guardie, dove già l' 1vs1 è problematico.
Quando ci si muove si deve sempre tenere d'occhio le condizioni di luce e i rumori, cosa che solitamente in altri giochi è completamente ignorata; inoltre l'intelligenza artificiale della serie, già dal 1998 è superiore di parecchie lunghezze alle guardie anche dell'ultimo Assassin's Creed o dei vari Metal Gear.

Adesso torno a giocare all'ultimo capitolo ^^
Buon gioco a tutti ^^

-Imrik-


mercoledì 9 aprile 2014

Il Romics a quattro mani


Salve a tutti! Vi chiediamo scusa per il ritardo nella pubblicazione del post, ma siamo stati molto indaffarati in questa settimana! Comunque, bando alle ciance!
Oggi siamo qua a raccontarvi del nostro viaggio assieme al Romics 2014, condito da risate, imprecazioni e circa 10 ore di macchina ^^.

Parto da Pisa circa alle 6 di mattina, prendo un paio di amici per la via, fino a raccattare Xenya in quel di Grosseto alle 8:30, e finalmente da lì puntiamo verso Roma.

Fase 1: Entrare in fiera.
Dopo una discreta fila, riusciamo ad accedere al parcheggio dell'area fiere, quindi ci spostiamo all'ingresso per fare la fila alla biglietteria; per fortuna questa si rivela abbastanza scorrevole e circa alle 11:15 siamo dentro, armati di entusiasmo ^^.

Fase 2: Siamo dentro!
Eccoci! ci aggiriamo per le bancarelle in cerca di qualcosa da comprare, ma dopo poco la sensazione generale è che le bancarelle non siano così fornite come le passate edizioni.
Poche action figures, pochi fumetti, beh, poco di un po' tutto a tirar le somme, ma per fortuna comunque qualche ricordino riusciamo a trovarlo, complice anche il prossimo e pubblicizzato reboot di Sailor Moon.

Fase 3: Diamoci un' occhiata in giro, foto e osservazioni.
Dato che le bancarelle non ci hanno soddisfatto molto, abbiamo cominciato a far qualche foto in giro e abbiamo notato una cosa: a parte le decine di cosplay uguali, tipo un sacco di personaggi di League of Legends, Sailor Moon e Naruto, c'erano tantissimi coslayer improvvisati con vestiti raffazzonati e decisamente scadenti che hanno affossato il livello medio del cosplay.
Perchè? Ritengo sostanzialmente sia dovuto al fatto dello sconto all'ingresso per i cosplayer, che faceva scendere il prezzo del biglietto da 9€ a 5€; con questo sistema ovviamente molte persone hanno raccattato ogni cosa strampalata dagli armadi per pagare meno, con risultati talvolta un po' discutibili.

Fase 4: Ritorno a casa.
Il ritorno dal Romics è semrpe un po' un viaggio della speranza, in quanto per uscire dalla zona dei parcheggi serve almeno un'oretta di fila in macchina, ma dopo un'ottima pizza mangiata a Civitavecchia siamo arrivati a casa a un'ora indecente, tipo Xenya alle 2:00 e io alle 3:00 ^^

Osservazioni:
Sarò io, ma la domanda mi sorge spontanea: che cavolo è sta moda del free hugs? Hanno a che fare con il cosplay? Orde di ragazzette e ragazzetti con al collo cartelli con scritto: "free hugs" o cose simili.... ma di che cappero sa?

Note di Xenya:
Purtroppo non ho fatto molte foto, visto che girare in cosplay con la macchinetta appesa al collo non è proprio il massimo della comodità... e a dirla tutta, non c'erano molti cosplay interessanti. Come già ribadito, i personaggi venivano tutti dalle stesse serie; oltre a quelle già citate, rilancio il carico rammentando frotte immense di Doctor Who, Frozen e Madoka Magica. E gli unici costumi veramente impressionanti (2 o 3 in tutta la fiera) non sono stati minimamente calcolati, visto l'immensa quantità di tipe mezze nude che hanno "rubato" i fotografi.
Anche le bancarelle mi hanno deluso profondamente, io mi ricordavo il Romics come una delle fiere più ricche di mercanzia in assoluto. E invece me ne sono tornata a casa solo con uno specchietto di Sailor Moon e la coda tra le gambe.
Peccato!

sabato 5 aprile 2014

"Orfani", l'ultimo fumetto della Bonelli Editore


Salve a tutti.
Da alcuni mesi (Lucca Comix se non erro) è uscito il nuovo lavoro della Bonelli, ovvero "Orfani".
Come premessa vi dico che me lo son fatto prestare alcuni giorni fa e in una notte ho letteralmente divorato i 6 volumi usciti fino ad ora.

Ma che ha fatto la Sergio Bonelli Editore?
Per chi non la conoscesse è la casa editrice che ha pubblicato non solo un gran numero di fumetti, ma anche delle opere estremamente longeve e apprezzate. Volete alcuni titoli? Eccoli qua: Tex, Zagor, Dylan Dog, Mister No, Nathan Never, Martin Mystere, Gea, Lilith e molti altri ancora.

Ma di cosa parla "Orfani"?

E' un fumetto un po' particolare, è diviso in due metà di cui la prima ambientata nel passato, la seconda in quello che è chiamato presente, ma in realtà è una sorta di futuro prossimo.

Nel passato, una sorta di gigantesco raggio proveniente dallo spazio colpisce e incenerisce l'Europa, lasciando solo dei superstiti sparsi in giro.
Un'organizzazione para-militare cerca in queste rovine i bambini sopravvissuti, per farne dei supersoldati da mandare nello spazio a fermare la minaccia aliena. Sempre nella prima parte di ogni numero si vede l'addestramento e la vita di questi ragazzini, sia prima di arrivare al campo d'addestramento che una volta al suo interno.

Nella seconda metà dei volumi si racconta invece di quello che è chiamato "presente" , ovvero dei ragazzini, ormai adulti, che sono arrivati su questo pianeta popolato da alieni e delle loro missioni sul suolo extraterrestre.

La narrazione è più da serie televisiva, piena di imprevisti, colpi di scena e azione, i temi sono forti e crudi, ma mai gratuiti; non è uno splatter sanguinario, ma le cose che accadono sono alla fine sempre molto sensate; per esempio se un personaggio simpatico, brillante, leader fa una cappellata, semplicemente muore, non si salva solo perchè é un protagonista.
Un'altra caratteristica che ho trovato molto interessante è che quando c'è qualche incoerenza, anche i protagonisti si pongono le stesse domande che si fa il lettore, difatti queste incoerenze o apparenti errori, alla fine vengono sempre spiegati in maniera ineccepibile.

Che altro dire? Forse nulla, onde evitare spoiler, tranne che dare il mio spassionato consiglio sul leggerlo, anche per coloro che sono più portati al fumetto orientale.

Spero di avervi fatto venire voglia di darci almeno un'occhiata.

-Imrik-

mercoledì 2 aprile 2014

Google Maps diventa un Pokédex!



Bentornati sull'Antro dei geek!

So di essere in ritardo, ma non potevo esimermi dallo scrivere qualcosa riguardo al pesce d'aprle migliore di sempre.
Il "signor Google", in collaborazione con Nintendo, ha fatto uno scherzo davvero simpatico: in data 1/4/2014, infatti, l'applicazione Google Maps per smartphone si è trasformata in un vero e proprio Pokédex!

Questo "pesce d'aprile", fruibile da chiunque abbia uno smartphone con sistema operativo iOS o Android, funziona così:
- Aggiornate l'applicazione di Google Maps.
- Apritela.
- Cliccate su "Inizia", dove accanto c'è la Pokéball.
Fatto ciò, sarete immediatamente trasportati al CERN di Ginevra, trasformato in un Laboratorio Pokémon per l'occasione. Nei dintorni potrete già trovare alcuni Pokémon: cliccateci sopra e poi toccate la Pokéball che comparirà accanto alla scritta "Cattura".
Adesso potete incominciare ad andare a spasso per il mondo (basta effettuare una normale ricerca dei luoghi con Maps), catturando tutti i Pokémon che trovate a giro. Sono 150 in tutto, e comprendono sia alcune vecchie glorie che mostriciattoli delle nuove generazioni. La sfida è resa ancora più difficile dalla presenza di diversi doppioni.
Purtroppo, ho sentito dire che l'aggiornamento scade oggi. Peccato! Avevo trovato un modo simpatico per far passare il tempo durante le lezioni in cui mi annoiavo...

L'avete provata? Cosa ne pensate? Io ho catturato una settantina di Pokémon nel giro di 2 giorni. I miei studi ne hanno un po' risentito...

-Xenya-