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venerdì 18 aprile 2014

Recensione: "Le leggende di Andor"


Salve, come si intuisce facilmente stasera andrò a recensire il gioco da tavolo "Le leggende di Andor".

Questo gioco sulle prime mi aveva colpito per vari motivi: la grafica ottima, belle le miniature e bella la plancia, inoltre una smodata quantità di segnalini e carte.
Altro motivo il tema fantasy classico: gruppo di eroi fantasy che salva il regno da un'invasione di mostri.
Purtroppo mi ha poi deluso sotto l'aspetto prettamente ludico.

Andiamo però passo passo ad analizzare la meccanica:

E' un collaborativo, dove ogni giocatore impersona un eroe: il mago, l'arcere, il nano o il guerriero umano. Questi personaggi sono in realtà molto simili, in quanto cambia solo il modo di tirare i dadi, ma alla fin fine non hanno abilità caratteristiche carine, né tantomeno particolarmente strategiche.
Con un algoritmo dettato dal gioco stesso, i nemici si avvicinano alla cittadina fortificata che i nostri eroi dovranno difendere, ma alla fine di strategico non c'è molto. E' a tutti gli effetti un "puzzle game", ovvero un gioco dove l'unica difficoltà è trovare la giusta sequenza di movimenti da fare.
Le prime missioni hanno un margine di errore maggiore, quindi si può andare avanti facilmente (anche troppo facilmente) senza fare grandi calcoli; andando avanti invece basta che nel gruppo ci sia una persona con un minimo di capacità di calcolo per sapere dove andranno i mostri e quali sono gli spostamenti che il gruppo di eroi dovrà fare per contrastarli in maniera ottimale.

Sinceramente speravo in un nuovo Heroquest, ma le mie aspettative si sono infrante sull'eccessiva banalità e facilità del gioco stesso.

Nonostante il mio parere mediamente negativo, lo trovo adatto a un pubblico molto giovane, circa sui dieci-dodici anni, magari per farlo avvicinare al mondo fantasy, per vari moivi:
1) è semplice da giocare e assolutamente non frustrante, come talvolta dei giochi troppo difficili, inadatti a un pubblico non gamer;
2) il gioco si narra da solo e potenzialmente un bambino può giocarlo anche senza amici, interpretando più elementi della compagnia;
3) esteticamente è bello ed eroico, butta i giocatori direttamente nella narrazione, quasi raccontando loro una storia che devono mandare avanti.

PS: se pensate che dieci anni siano pochi, io a quell'età giocavo a giochi assai più corposi =^^=

Buongioco,

-Imrik-

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