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giovedì 27 febbraio 2014

RECENSIONE SEMISERIA DE "IL MIO VICINO TOTORO"

Questo affare dovrebbe risultare tenero. Ok.
Ovvero: Come smontare un film di Miyazaki alla Lego maniera.

Molto in ritardo sulla tabella di marcia, finalmente anche io mi sono approcciata al famoso Miyazaki. E l'ho fatto nel peggiore dei modi...
Considerato un genio dell'animazione dai più, o almeno da quelli che "io me ne intendo!!". Miyazaki ha avuto la malsana idea di partorire questo film, la cui trama... ammesso che ne abbia una... beh, diciamo che è un tantinello inconsistente.
Il padre di due bambine si trasferisce, insieme con la prole, in un paesino di campagna in mezzo alla natura, per stare più vicino alla madre delle fringuelle, ricoverata in un ospedale lì vicino. Non importa che la clinica sia a 3 ore dalla loro abitazione: Miyazaki-sensei ha deciso così, e quindi è così.

I nerini del buio.
Le due bambine fanno subito la conoscenza di alcuni esserini partoriti dal nostro bravo Hayao: come si verrà a sapere più tardi dalla dolce nonnina del villaggio, sono chiamati "nerini del buio". E' stato un intermezzo molto simpatico, a dire il vero: sospese fra realtà e fantasia, queste creaturine hanno fatto breccia nel mio cuoricino arrugginito dagli anni dell'università (poesia!).
Poco più avanti nel film, la più piccola delle due sorelline, Mei, se ne va a giocare in mezzo alla natura, come tutte le brave bimbe della sua età. Seguendo una scia di ghiande, la piccolina si imbatte in chi (o cosa) le dissemina ovunque: un buffo, piccolo, tenero animaletto. Mei lo segue, cadendo in una tana situata sotto a un albero di canfora e finendo sulla pancia della chiave di volta del film: Totoro (eccolo, finalmente!). In realtà non sappiamo se si chiami davvero così: il nome gli viene dato dalla bimba stessa, affascinata da questa sorta di spirito protettore della foresta. Che, peraltro, aveva tutte la carte in regola per essere ottimo: buffo, sgraziato, enorme, totalmente innocuo e anche un po' tonto. Peraltro, alla luce del titolo del film, mi aspettavo una massiccia presenza di questa specie di coniglio gigante...

Tutte le mie aspettative sono state tristemente deluse. Il nostro beneamato (non)protagonista fa mostra di sé solo in poche scene, che peraltro ho trovato assolutamente al di fuori di ogni umana logica (esempio lampante, il suo sgraziato volo su una trottola...). Inoltre, la dolcezza di questo personaggio si è ai miei occhi completamente dissolta non appena ha sbadigliato, mostrando dei denti inquietanti ed emettendo un suono assimilabile a quello di un rutto. Bonjour finesse!
Come se non bastasse, la storia è incentrata solo su quell'insopportabile frignona che è Mei. Ma torniamo al nostro buon Totoro...
Lui sì che ha stile.
Naturalmente è un personaggio buono: aiuta le due fanciulle a far crescere dei semi particolarmente ostici e mette a loro disposizione un gattobus a d20 zampe (unico vero tocco di classe in tutto il film) quando ne hanno bisogno. Difatti, un bel giorno Mei decide di scappare per andare a trovare la madre malata in ospedale. Il finimondo; tutti a cercare questa disgraziata incosciente. Infine le due sorelline, ricongiuntesi in relativamente breve tempo (vi lascio il piacere di scoprire come, visto che è l'unica parte del film che abbia un minimo di senso) vanno a lasciare un regalo alla madre (seppur "in incognito", scelta di regia che sfugge alla mia comprensione).

Totoro sembra un gigante buono uscito da una favola per bambini. E infatti, io stessa ho pensato che fosse nato dalla fantasia di Mei e Satsuki: la mia teoria era sostenuta dal fatto che le due avessero incontrato questo coniglio/orso/comelovoletechiamare, mentre il padre no. Questo avrebbe dato un notevole senso al film: un mondo di fantasia innocente e colorato, puro come solo i bambini sanno e dovrebbero essere.
La mia ipotesi è stata brutalmente smontata dalle scene finali dell'opera, in cui risulta chiaro ed inequivocabile che Totoro è tangibile, esattamente come il curioso mezzo di trasporto felino che usa per muoversi (anche se questi sembrerebbe essere invisibile agli altri).
Anche il tema ambientale, ammesso e non concesso di volerlo trovare, è estremamente carente.
Il finale è piatto: niente colpi di scena, niente gioia estrema né lacrime amare. Senza infamia e senza lode, in perfetta linea con il resto del film.
La scena più famosa.

Tirando le somme, "Il mio vicino Totoro" è un film terribilmente noioso, bel lontano dal livello del tanto decantato genio dell'animazione giapponese. L'unica nota di merito va alla parte tecnica del'opera: i disegni sono semplici e puliti, molto gradevoli, e le animazioni molto fluide. Questo pregio, peraltro non da poco, viene tristemente controbilanciato dalla colonna sonora: mi sanguinavano le orecchie a sentire quella terrificante sigla finale (e ve lo dice una che apprezza il death metal, eh), che peraltro mi è rimasta in testa per due giorni interi. Insomma, ho sofferto.

Se avete intenzione di fare conoscenza con le opere di Miyazaki, guardatevi qualcos'altro. Ponyo sulla scogliera ad esempio, o qualunque altra cosa. Tutto, ma non Totoro.

Xenya

Prossimamente su L'antro dei geek
: Recensione di Mice & Mystics!

4 commenti:

  1. Ho sentito parlare spesso di questo film, ma sinceramente non mi ha MAI ispirato XD. Avrei voluto vederlo lo stesso, tanto per togliermi la " curiosità " ma dopo la tua recensione cambio idea e mi affido pienamente al " NON MI HA MAI ISPIRATO " di prima xD. Eheh, buon week-end ^^ Kill

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    1. Anche io ne avevo sentito parlare tantissimo e l'ho voluto provare, ma... l'ho bocciato dopo i primi 5 minuti! La morale è: diffidare dalle opere troppo mainstream xD In compenso ho visto Ponyo sulla scogliera, dello stesso autore, e mi è piaciuto tantissimo! Piuttosto vai su quello :) -Xenya-

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    2. Di questo autore mi sembra di aver visto un film tempo fa, parlo di abbastanza anni fa e non mi ricordo nemmeno il titolo xD. Forse non era nemmeno lo stesso, però non mi era dispiaciuto, da quanto ricordo XD. Buon sabato! K.

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    3. E' molto probabile, visto che Miyazaki è famosissimo e molti dei suoi film non sono molto recenti. Anche se così a pelle mi verrebbe da dire "Il castello errante di Howl", se non sbaglio fu il suo film più famoso e venne pubblicizzato un po' ovunque! -Xenya-

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